sabato 28 luglio 2007

Numeri chiuso e accessi agevolati

Fiorono, Mussi e il loro nuovo decreto interministeriale. Perchè? Per favorire chi negli ultimi tre anni di scuola superiore ha ottenuto buoni voti! E come li favoriamo? Nei numeri chiuso li agevoliamo con il punteggio, se hanno avuto una media inferiore al 7 negli utlimi tre anni però non li aiutiamo, e neanche se hanno avuto meno di 80 all'esame di stato.
Ecco che nel delirio più totale del mondo della formazione in Italia, dove ad insegnarti al liceo storia e filosofia ti ritrovi una laureata in lettere antiche che si lascia andare a citazioni come "errare humanum est, persistere diabolicum" o "le guerre pudiche", dove l'esamone di diritto privato all'Università lo studi sui libri che si usano a giurisprudenza ma lo dai a crocette, dove i ragazzi delle superiori somo sempre più autoreferenti (e sempre meno responsabili) di fronte ad un declino sempre maggiore della qualità dei professori che dovrebbero essere dei maestri di vita e di discussione (soprattutto in una società sempre più vuota) più che infondere conoscenze in maniera stupidamente dogmatica come oramai siamo abituati a vedere, dove 4 universitari idonei su 10 non sono beneficiarii di borsa di studio (cioè non c'hanno i soldi per studiare e lo stato non glieli vuole dare), ... ecco che in tutto questo delirio ... Fioroni se ne esce con questo decreto cercando di spolverare un pò in superficie lasciando tutta la melma sotto, spostando in realtà solo la polvere pure dove non c'era. Vorrei dire una cosa ai nostri due Ministri. Se non siete capaci di risolvere i problemi quelli veri per i quali vi abbiamo votato, non pensate che vogliamo tutti le vostre dimissioni, a me basta che lasciate stare le cose come stanno perchè fate più casino che altro. Tanto in questa Italia c'è rimasto davvero un unico valore nella sinistra, quella vera, quella che non siede più nelle poltrone del Parlamento ... la resistenza ...

venerdì 27 luglio 2007

Il Massimo della verità

Lo dico, non lo dico. Alla fine il vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema lo ha proprio detto alla commissione Affari Esteri della Camera. Le vittime civili causate dalle ultime operazioni militari contro i talebani «non sono accettabili sul piano morale, sono disastrose sul piano politico e hanno creato crescenti tensioni tra le forze internazionali e il governo afgano». Per questo «è fondamentale che le attività militari si coordinino, in modo tale da ridurre al massimo eventi di questo tipo». «E' evidente - ha proseguito il capo della diplomazia italiana - che il sovrapporsi della missione Isaf ed Enduring Freedom, che più opportunamente dovrebbe concludersi secondo la nostra opinione, finisce per creare molto spesso condizioni di un'azione militare non efficacemente coordinata e rischiosa per le popolazioni civili».L'affermazione appare coraggiosa. Ma risulta meno forte delle accuse di Parisi rivolte a fine giugno alla Nato - la nostra aviazione - dopo la protesta contro le stragi di civili dello stesso presidente Karzai. E in ultima analisi scarica sugli Usa tutta la responsabilità. In realtà nella guerra aerea di crescente intensità - 1200 raid a settimana - condotta in Afghanistan con l'impiego anche di bombardieri strategici B1-B e un dispendio di cluster bomb che non possono certi far parlre di «effetti collaterali», esiste uno stretto coordinamento tra il comando Nato/Isaf, agli ordini del generale Usa Dan K. McNeill - è stato nominato direttamente dal presidente Bush -, e l'aviazione americana, che ufficialmente definisce i raid aerei «missioni di appoggio aereo ravvicinato alle truppe Isaf». E sono proprio i comandanti Nato/Isaf a dare l'ok ai raid aerei «consigliati» o a richiedere l'intervento sul campo dell'aviazione Usa. Fanno dunque bene i 45 senatori della sinistra che chiedono una «svolta» nella nostra presenza nella guerra afghana, ad insistere anche dopo le parole di D'Alema perché cambi «la stessa missione Isaf». Infatti se il Pentagono ascoltasse il «consiglio» del ministro degli esteri italiano e ponesse fine all'operazione Enduring Freedom non cambierebbe nulla: l'aviazione Usa continuerebbe le «missioni di appoggio aereo ravvicinato alle truppe Isaf» e queste verrebbero rafforzate trasferendo nell'Isaf le forze statunitensi attualmente impiegate in Enduring Freedom. E l'operazione Nato/Isaf rafforzata resterebbe nella catena di comando statunitense. Anche il contingente italiano in Afghanistan è stato messo agli ordini del generale Usa.Così ancora una volta D'Alema elude la questione nodale: che le forze italiane in Afghanistan sono inserite sempre più nella catena di «comando e controllo» del Pentagono e quindi sottratte al reale controllo del parlamento e dello stesso governo. Legando sempre più il nostro paese al carro da guerra statunitense.

di T. Di Francesco e M. Dinucci
tratto da Il Manifesto, 26.06.2007

mercoledì 25 luglio 2007

Verona, lo skin non resiste.

«Egregio Presidente,

da alcuni giorni la mia elezione da parte del Consiglio Comunale di Verona nell'Assemblea dell'Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea è diventata pretesto per strumentalizzazioni e attacchi contro il Sindaco e la Giunta comunale veronese.

È evidente che un'opposizione incapace di affrontare i problemi della città ricorre ad argomenti estranei al terreno delle scelte amministrative proposte e attuate dalla nuova Giunta.

Per eliminare quindi strumentalizzazioni pretestuose che tendono a sviare l'attenzione dei cittadini e dell'opinione pubblica dal lavoro del Sindaco Tosi e della Giunta, rassegno le mie dimissioni dall'Assemblea dell'Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea».

Andrea Miglioranzi

martedì 24 luglio 2007

Il sindaco leghista Tosi nomina un leader neofascista, fan di Priebke, all'Istituto storico della Resistenza.

VERONA - Uno skinhead in doppiopetto e un'esponente di Alleanza nazionale entrano, in rappresentanza del Comune, nell'assemblea dei soci dell'Istituto per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea.
Non è una bufala, né tantomeno uno scherzo. Accade a Verona dove - da quando è stato eletto sindaco il leghista Flavio Tosi - si respira un pesante clima di intolleranza.
Andrea Miglioranzi, storico esponente del Veneto Fronte Skinhead e membro della band nazirock dei Gesta Bellica, eletto per la Fiamma Tricolore nella lista civica del sindaco, e Lucia Cametti, nazionalalleata, ex presidentessa di circoscrizione, sono i due nuovi acquisti dell'Istituto storico locale. Hanno già fatto la loro dichiarazione d'intenti: revisione storica e riabilitazione dei caduti della Repubblica di Salò. «Siamo all'emergenza democratica - sbotta Graziano Perini, capogruppo del Pdci in consiglio comunale e designato dalla minoranza di centrosinistra a fare da "collega" ai due eletti dal centrodestra all'assemblea dell'Istituto. E' una cosa vergognosa - continua Perini - e non è un fatto episodico. E' l'atteggiamento normale che sta assumendo questa amministrazione. Certo una provocazione, come lo stesso Miglioranzi ha ammesso, ma con un particolare: sempre lui ha dichiarato di sentirsi fiero quando lo definiscono 'fascista'. A questo punto serve non solo una reazione della sinistra ma anche una presa di posizione di tutta quella società civile che pensa che la questione del fascismo non sia una bazzecola. L'allarme sulla situazione veronese deve essere generale e noi proponiamo un'iniziativa per la democrazia a Verona, quando il sindaco esporrà le linee programmatiche della sua giunta». Mentre Rifondazione comunista, per bocca del neoeletto segretario Fiorenzo Fasoli, rincara la dose parlando di «una scelta che pone questa amministrazione fuori dalla Costituzione, in spregio ai partigiani e alla Resistenza - per inciso Verona ha ricevuto la medaglia d'oro per gli eroici atti di resistenza al nazifascismo di molti suoi cittadini - con la supponenza di voler riscrivere la storia, che andrebbe invece studiata», nessun segnale arriva da parte dell'Ulivo. Unica dichiarazione quella dell'ex assessore al Decentramento Ivan Zerbato - negli anni '70 esponente di Avanguardia operaia - che commenta: «Bizzarro che due esponenti della destra entrino nell'Istituto, ma significa che riconoscono il valore della Resistenza».
Cade dalle nuvole il presidente della Comunità ebraica Carlo Rimini, che dichiara di non conoscere affatto i due nuovi soci. In particolare non sa nulla di Miglioranzi e della sua attività nei Gesta Bellica e non ha mai sentito le parole dell'omonima canzone: «Tu ebreo maledetto che ti arricchisci sulla pelle degli altri che speculi sulla gente sulla gente che non ha niente. Giudeo senza patria e con un solo credo il dio denaro trovarti è stata dura ma con i tuoi soldi non fai più paura». Né tantomeno sa che i Gesta Bellica hanno dedicato una canzone ad Erich Priebke, «Il capitano». Pensa comunque che «da questa amministrazione c'era da aspettarselo».
Maurizio Zangarini è il presidente dell'Istituto storico per la Resistenza: «Prendiamo atto della nomina - dice - trovando che sia quantomeno di dubbio gusto. Vedremo quando, a settembre, riprenderemo i lavori. Alcuni membri del direttivo trovano che questi soci siano "irricevibili". Io invito i cittadini che sono consapevoli di quanto sta avvenendo ad iscriversi e partecipare alle attività dell'Istituto».
«Sdegno totale e rabbia profonda», così Filippo, il portavoce del csoa La Chimica, nel mirino del sindaco che ha già presentato una denuncia alla procura contro il centro sociale, attualmente in odor di sgombero, «il revisionismo che accomuna la destra di Tosi al neofascismo storico di questa città non è più strisciante. E' un'amministrazione pronta allo scontro e al conflitto per eliminare non solo tutti gli avversari politici ma per distruggere date storiche come il 25 aprile, la storia, la memoria, l'immaginario della sinistra. Stiamo pensando - conclude Filippo - ad una data di lotta a settembre, una grande manifestazione non solo veronese, perché questa non è una deriva che riguarda solo la nostra città».

di Paola Bonatelli
tratto da Il Manifesto, 21 luglio 2007

giovedì 19 luglio 2007

Per non dimenticare.

Calipari, i colpevoli siamo noi

«Calipari? La colpa fu degli italiani»: così La stampa, grande giornale indipendente della famiglia Agnelli, riassume il pensiero di un anonimo componente della task force Usa dedita ai sequestri iracheni. Di più: nel colloquio con Lucia Annunziata l'anonimo spiega che, al fondo, la causa di tutto è «un grande Ego» che avrebbe spinto il dirigente del Sismi ad agire da solo, non avvertendo gli americani e facendosi sparare addosso. Insomma, si è fatto ammazzare per fare carriera, o per calcolo politico. Peccato, ma tutta colpa sua, «perché - aggiunge l'anonimo - far pesare tutto questo sulle spalle di un giovane soldato americano?» Già, perché? E perché a Roma si tiene un processo che vorrebbe chiarire le responsabilità vere di quell'omicidio? Vi sembra giusto? Anche se Lozano (il giovane soldato) non rischia nulla seppur imputato, perché è un «assenteista», quel procedimento è ingiusto. Tant'è che gli americani considerano il caso chiuso, non ammettono estradizioni né procedibilità contro i loro militari, salvo bombardarci di dichiarazioni, interviste e relative pressioni per smantellare anche il discutibile diritto della responsabilità personale per chi in divisa da marine spara e uccide. Insomma, è un processo dalla parte del torto.
Ovvio perciò che non ci sia ombra di vergogna sia nell'anonimo americano che in chi ne riporta le parole spargendo fango su chi non può rispondere e riciclando falsità palesi (come l'assenza di rapporti tra la task force Usa e il Sismi, o la storiella dell'ambasciata italiana a Baghdad come sicuro approdo inspiegabilmente rifiutato da Calipari). E, allora, bisogna trovare altri imputati: Nicola Calipari che s'è fatto ammazzare, Giuliana Sgrena che si è fatta sequestrare, questo giornale che l'ha mandata in Iraq senza scorta blindata. Ma, in fondo, potremmo processare anche il '68 da cui il manifesto è nato, o Carlo Marx che è il padre di tutti i malfattori. E se non si presentano in aula, metterci una pietra sopra.

di Gabriele Polo
tratto da Il Manifesto, 18.07.2007

mercoledì 18 luglio 2007

Prima seduta del C.N.S.U.

Si è svolta nei giorni di martedì 26 e mercoledì 27 Giugno la prima del seduta del C.N.S.U.. Nel primo giorno di seduta è stato presente il Ministro Mussi con il quale noi consiglieri eletti nella lista UdU-Liste di Sinistra abbiamo avviato una discussione incentrata sullo stato del diritto allo studio, facendogli presente la urgente necessità della rivisitazione del DPCM 2001, legge nazionale che disciplina l'erogazione dei servizi ERSU, ancorata tra l'altro ancora ai criteri ISTAT del '99. Tra questi interventi, il mio si è soffermato sul costo dello studio, consegnando così al Ministro le cartoline firmate da 500 studenti del nostro Ateneo che intitolavano "Mussi, ridacci i soldi !!", e chiedendogli di consegnarle al Ministro dell'Economia Padoa Schioppa nel prossimo Consiglio dei Ministri, in cui si è discusso il Dpef.
Il giorno dopo ha vuto luogo l'elezione del Presidente del C.N.S.U., purtroppo un giovanissimo studente ciellino (i ciellini con Forza Italia a Università Europea hanno la maggioranza) che, in seguito alle nostri (a loro avviso "inaccettabili") richieste di illustrarci i suoi intenti per questo mandato del C.N.S.U., ha spiegato che pensa sia importante "il discorso sulle borse di studio che non tutti gli studenti che ce l'hanno", riprendendo in maniera fortemente confusionaria, e svelando così una scarsa conoscenza dei contenuti, le questioni esposte dai noi al Ministro il giorno prima.

"Ministro,
dall’anno prossimo io, come la quasi totalità degli studenti in Italia, dovrò pagare circa 100 euro in più per iscrivermi all’Università che sto frequentando. Il costo del Diritto allo Studio sta raggiungendo livelli troppo elevati e questo aumento non è più accettabile. Ricordandole che gli enti locali come Regione e Comune non prevedono una categoria di studente universitario come categoria da tutelare, e che la Finanziaria 2007 prevede per il 2008 ulteriori tagli sostanziali sia agli Atenei che al Diritto allo Studio per le borse e l’edilizia universitaria, le chiedo di fare l’impossibile perché le entrate del trimestrale di cassa possano in buona parte essere investite nel mondo universitario, che, per i pochi che lo ricordano, rimane ancora la causa ultima del progresso del Paese."


La canzone del Maggio

Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti.
E se vi siete detti non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno, arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti siete lo stesso coinvolti.
Anche se avete chiuso le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere ci mordevano il sedere
lasciamoci in buonafede massacrare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate, voi quella notte voi c'eravate.
E se nei vostri quartieri tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti siete lo stesso coinvolti.
E se credete ora che tutto sia come prima
perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti.
Fabrizio De Andrè
Storia di un impiegato, 1973