giovedì 23 agosto 2007

Affitti a universitari... parte I: il delirio di CL e Destra Universitaria

Circa una settimana fa un giornalista de Il Resto del Carlino di Ancona ha cercato informazioni e chiarimenti alla nostra lista di rappresentanza studentesca "Gulliver-Sinistra Universitaria" sugli affitti agli universitari, dicendoci che stava portando avanti una inchiesta. Ben volentieri gli ho risposto alle domande che faceva, anche se ha evidentemente travisato alcune informazioni che gli ho dato (150 euro non è più sufficiente per una doppia, per una camera singola è letteralmente impossibile). Il giornalista ha giustamente voluto sentire anche le altre campane, cioè le associazioni di destra e di CL. La prima ha portato una posizione che oramai rivendica da anni e che ancora ritiene possibile, ovvero la suddivisione delle graduatorie per gli alloggi ersu in una parte per i comunitari e una per gli extra-comunitari (altre volte parlavano addirittura di italiani e stranieri). L'altra ha rivendicato un contatto costante con gli universitari che cercano alloggio nel fornire consulenza per valutare le varie offerte.
Alla luce di queste considerazioni, la cosa che mi rattrista di più è vedere due liste che si proclamano serie e operative nell'esclusivo bene degli studenti da un lato chiedere cose la cui competenza non spetta di certo all'ente regionale per il diritto allo studio universitario (che è solo un ente strumentale), cosa che un buon rappresentante degli studenti sa perchè sono le conoscenze basilari per comprendere le dinamiche del diritto allo studio regionale, dall'altra rivendicare un contatto con gli studenti che non solo non c'è durante tutto l'anno accademico, salvo periodi elettorali, ma di certo non può esserci in questo periodo a ridosso dell'autunno quando una associazione composta esclusivamente di universitari fuorisede (del sud delle marche per la precisione, dove c'è una maggiore tradizione cattolica) non frequenta di certo la città universitaria anconetana, tra l'altro dal costo della vita molto più alto rispetto al sud delle marche.
Comunque per chi non avesse letto l'articolo lo trovate al seguente indirizzo:
http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/ancona/2007/08/21/31828-stanza_sfiorano_euro.shtml

martedì 14 agosto 2007

Caruso, il disobbediente istituzionale

Ecco cosa scrive il giornalista Alessandro Braga su Il Manifesto del 12 Agosto.
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CARUSO GIOCA D'ANTICIPO E SI AUTOSOSPENDE
Il deputato no global lascia temporaneamente il gruppo Prc «per porre fine al linciaggio». Treu: «Non mi basta»
Due righe. Secche, essenziali: «In attesa della riunione a settembre del gruppo parlamentare, mi autosospendo dal gruppo di Rifondazione comunista-sinistra europea». Così Francesco Caruso cerca di smorzare le polemiche che gli sono piovute addosso dopo che tre giorni fa aveva definito «assassini» Marco Biagi e Tiziano Treu per le loro leggi sulla precarietà e la riorganizzazione del mondo del lavoro.Aveva già provato a chiedere scusa, cercando di spiegare le ragioni di quelle parole, «devastanti», come le aveva definite lui stesso. Ma non era bastato a frenare le polemiche. E allora, «nella speranza di mettere fine al linciaggio politico» a cui è sottoposto, la decisione di autosospendersi. «Una scelta individuale e personale che ho preso senza consultare nessuno», precisa immediatamente. Versione confermata anche dal capogruppo alla camera di Rifondazione comunista Gennaro Migliore, uno dei più duri nel commentare la sparata del deputato no-global («parole indegne», le aveva definite) che, pur apprezzando il gesto di ieri, considerato «un segno di rispetto prima di tutto nei confronti del suo gruppo, che aveva messo in difficoltà», mantiene il suo «giudizio critico» su Caruso e le sue affermazioni, e ribadisce che la permanenza o meno nel gruppo del Prc sarà decisa a settembre. Ma solo «perché in queste settimane l'attività parlamentare è ferma. Se fossimo stati al lavoro normalmente la decisione si sarebbe presa immediatamente».In ogni caso, l'autosospensione di Caruso toglie almeno in parte dall'imbarazzo Rifondazione comunista, che in questi giorni era stata messa sotto accusa non solo dall'opposizione, ma anche dagli stessi alleati di centrosinistra. Soprattutto nell'ottica di depotenziare la manifestazione del 20 ottobre contro la precarietà. Lo stesso Tiziano Treu, commentando la decisione di Caruso, parla di «una prima misura minima, che però non basta», e si aspetta gesti «più politicamente significativi, soprattutto da Rifondazione». Non dice esplicitamente che i ministri della sinistra alternativa non dovrebbero scendere in piazza, come fa l'Italia dei valori, ma definisce un «segnale politico non buono nell'alleanza» i «continui attacchi fatti all'attuale protocollo e alla mia legge». Manifestazione che, in ogni caso, si farà. Lo precisa Giovanni Russo Spena, presidente dei senatori del Prc, che considera le parole di chi, come Gavino Angius, ha dichiarato che non parteciperà alla manifestazione per non sfilare accanto a Caruso, «del tutto fuori luogo e fortemente sospette di strumentalità». Intanto la destra compatta insiste nel chiedere le dimissioni immediate del deputato no-global. Ma a queste richieste Caruso contrattacca deciso: «Lo farò solo nel momento in cui si degneranno di farlo i 25 parlamentari condannati in via definitiva non per reati di opinione, ma per aver intascato tangenti, corrotto, rubato e abusato del proprio ruolo istituzionale».
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Ora, mi sento di fare qualche piccola considerazione in merito alla faccenda. Dunque, il deputato Caruso siede nei banchi parlamentari della Camera. Lavora quindi nelle istituzioni, riconosce le istituzioni ma rivendica la sua appartenenza ai movimenti disobbedienti. Stanco dell'ennesima occasione mancata del governo di rivedere il mercato del lavoro nell'ottica di risolvere il problema della precarietà, se ne esce dicendo che Treu e Biagi sono stati degli assassini.
Fermo restando che la Legge 30/03 è una estremizzazione della concezione del mercato del lavoro che aveva in mente Biagi, che la il pacchetto Treu è sostanzialmente diverso dalla L.30, e che la Legge 30 resta comunque una porcata che riconosciamo tutti come tale, caro Francesco Caruso, tu sei entrato volutamente dentro le logiche politiche dei piani più alti delle istituzioni italiane, tra l'altro con l'intenzione di rappresentare movimenti che tutto hanno fuorchè l'intenzione di entrare dentro queste logiche che tristemente determinano il governo di un Paese (lo dico con un sincero rispetto verso i movimenti disobbedienti che hanno una chiara linea politica e di mobilitazione che ritengo condivisibile perchè seria e forte espressione di una parte del popolo), quindi riconoscendo le istituzioni stesse. Come ti salta in mente di mettere in imbarazzo un partito, di cui sei rappresentante, che è rimasto uno dei soli due a rivendicare ancora i diritti dei lavoratori precari (che così non difendi di certo) e che sta cercando tramite queste inevitabili logiche politiche (che evidentemente non conosci nonostante ci vivi dentro) di tirare la giacchetta al Governo per ottenere qualcosa in questo senso?
Mi auguro che tu rifletta se il tuo modo di fare politica sia adatto agli ambienti in cui ti trovi , o se non sia meglio tornare nella piazza con i disobbedienti da cui evidentemente hai tanto ancora da imparare.

domenica 12 agosto 2007

Mussi il criptico.

26 Luglio, escono le linee guida per l'applicazione delle nuove classi di laurea... e come la pensa Mussi si capisce sempre di meno.

Se da un lato si propone come oppositore del numero chiuso e a favore dell'Università di massa, dall'altro invita ad utilizzare, come "azioni di miglioramento", "l'adozione di sistemi di accertamento dei requisiti per l'iscrizione ai corsi di studio di secondo livello [...] definendo con chiarezza le conoscenze e le competenze richieste, (ma... attenzione...) ed escludento adozioni di fatto del numero chiuso"(!!??).

Se da una parte "per evitare la parcellizzazione della formazione degli studenti si pone un limite al numero di esami" (20 per la triennale e 12 per la specialistica), dall'altro si leggittima l' "articolazione degli insegnamenti in più moduli", o meglio, "è un obiettivo specifico degli atenei l'introduzione di forme organizzative della didattica più compatte, anche attraverso soluzioni che prevedano una effettiva cooperazione di più docenti su aree di insegnamenti coordinati, con un'unica verifica conclusiva [...]".

Tutto questo il Ministro ha tentato politicamente e vanamente di spiegarcelo al campeggio dell'UdU in un faccia a faccia di un botta e risposta, e il mio intervento è stato teso a sottolineare l'inutilità del braccio di ferro cn la Corte dei Conti per la lesione dell'autonomia universitaria nel mettere i limiti di numero di esami quando si favorisce, anzi si invita a tratti, alla modularizzazione dei corsi e quindi degli esami stessi... "non sarebbe, a questo punto, convenuto fare questo braccio di ferro su altre importanti questioni come, per esempio, i blocchi didattici?"